La riforma del catasto: Preoccupazioni dei proprietari

 

Da sinistra: Il delegato dell'ANCI, G. Castelli; il presidente nazionale di FEDERPROPRIETA', M. Anderson; la giornalista del TG1, C. Guerra; il presidente nazionale dell'UPPI, G. Bruyere; il vicedirettore dell'Agenzia delle entrate, G. Alemanno; il presidente della Commissione finanze e tesoro del Senato, M.M. Marino

Da sinistra: Il delegato dell’ANCI, G. Castelli; il presidente nazionale di FEDERPROPRIETA’, M. Anderson; la giornalista del TG1, C. Guerra; il presidente nazionale dell’UPPI, G. Bruyere; il vicedirettore dell’Agenzia delle entrate, G. Alemanno; il presidente della Commissione finanze e tesoro del Senato, M.M. Marino

“I proprietari di casa e la riforma del catasto” questo il tema del Convegno – dibattito organizzato da ARPE¬FEDERPROPRIETÀ e l’UPPI presso la Camera di Commercio di Roma. Moderatrice dei lavori la giornalista del TGI Cristina Guerra.

Introducendo il convegno, il Presidente di FEDERPROPRIETÀ, Massimo Anderson, ha sottolineato le preoccupazioni dei proprietari a che sia mantenuto l’impegno del Governo circa l’invarianza di gettito fiscale nella legge delega sulla riforma del catasto. «Renzi e il Governo da mesi affermano che non sono aumentate le tasse sulla casa ma i numeri sono lì a dimostrare il contrario – ha affermato Anderson – Il valore complessivo del patrimonio immobiliare italiano è diminuito di circa il 30% e, nonostante tutto questo, non vi sono più trattative e acquirenti. Noi siamo perfettamente convinti che un aggiornamento fra nuovo e vecchio catasto dovesse essere compiuto, ma siamo altrettanto sicuri che l’invarianza di gettito sarà possibile ottenerla a livello nazionale mentre non siamo altrettanto certi che questo possa avvenire a livello locale. Tra l’altro il passaggio da vani a metro quadro, anche se in teoria giustificato e razionale, comporterà in realtà una serie di ricorsi e di cause perché il regolamento della nuova legge prevede il calcolo anche della perimetrazione muraria. Per non parlare delle altre valutazioni che porteranno sicuramente a decisioni sindacabili e quindi suscettibili di aumentare ancora il contenzioso>>.

Il presidente dell’UPPI, avv. Bruyere, ha ribadito come la sua associazione abbia scelto, come politica sindacale, quella di vivere la riforma cercando di conoscerla dall’interno per poter sempre informare i propri iscritti e tutti gli italiani che saranno interessati al provvedimento. Una cosa è certa, «i proprietari di casa – ha detto – non sono i ricchi d’Italia ma solamente quelli sempre tassati al 100 per cento.

Il segretario generale dell’UPPI, avv. Fabio Pucci, nel suo intervento ha ribadito come la riforma del catasto dovesse essere portata a termine ma, nonostante le assicurazioni che sono fornite, è risaputo che, quando si tratta di far cassa i prelievi sono sempre ed esclusivamente su due cose in particolare: casa e benzina.

Il Presidente dell’Unedi, avv. Giuseppe Magno, ha ribadito come l’aumento della pressione fiscale porterà, come primo risultato, a un tentativo di recupero da parte dei proprietari sugli affitti degli inquilini e, di conseguenza, un aumento delle cause per mancati pagamenti, un aumento degli sfratti e quindi della già preoccupante emergenza abitativa.

È stata quindi la volta del Vicedirettore dell’Agenzia delle entrate e responsabile del Territorio, Gabriella Alemanno, che ha difeso i principi fondamentali del provvedimento sulla necessità di modificare gli estimi catastali. «Una riforma – ha affermato – che dovrà essere portata avanti con la collaborazione di tutti i soggetti interessati. Il nostro compito è risolvere i problemi da un punto di vista tecnico e di farlo secondo i dettami e le indicazioni forniteci dalla legge».

Il presidente romano dell’UPPI, Angelo De Nicola ha posto in evidenza come, fino al 2011, l’83% degli italiani era proprietario di abitazione, dato che è sceso nel 2015 al 70 per cento. Questo sta a dimostrare che se ereditare una casa prima era considerata una fortuna adesso è un problema trovare i soldi per pagare le tasse che incidono su un alloggio.

Guido Castelli, Delegato dell’ANCI, ha ribadito le difficoltà dei Comuni di fronte ai tagli del Governo sul trasferimento agli Enti locali. «Oltretutto – ha affermato – sembra che soltanto i Comuni debbano stringere la cinghia visto che a questi, negli ultimi anni, sono stati sottratti 7,2 miliardi di euro mentre a livello centrale la spesa pubblica è diminuita solo di 1,4 miliardi. Se poi a settembre dovranno essere reperiti altri dieci miliardi, e non è dato sapere dove il Governo intenda prenderli, questo rappresenterà un autentico problema. Noi proporremo che, quando la riforma del catasto arriverà a compimento, nel 2019, da quel momento della nuova tassazione, per un anno, si faccia carico Governo che dovrà poi distribuire ai Comuni quanto di loro competenza».

A questo punto il prof. Alessandro Bonura, membro della Commissione riforma catasto di FEDERPROPRIETÀ, ha posto in evidenza come il timore più pressante sia proprio legato all’invarianza di gettito e sapere come si potrà spalmare sulle singole proprietà, questo soprattutto nelle grandi città. Da qui la necessità di assicurare adeguate norme di garanzia.

Il Presidente FEDERPROPRIETA' M. Anderson e C. Guerra, giornalista TG1

Il Presidente FEDERPROPRIETA’ M. Anderson e C. Guerra, giornalista TG1

Il prof. Rocco Curto, direttore del Dipartimento di Architettura del Politecnico di Torino, ha rilevato come la riforma sia incentrata solo sui valori catastali ma come questi, visto che occorreranno cinque anni per vedere il termine, nel 2019 saranno già sicuramente diversi rispetto a quelli del biennio 2012-2014 presi come parametro.

«Sappiamo, perché l’hanno riferito tutti, che i valori immobiliari sono diminuiti e che, nelle grandi città, le variazioni dipendono spesso anche dal degrado dei singoli quartieri – ha detto -. Il nuovo catasto deve quindi essere assolutamente studiato, per evidenti motivi di equità, come un catasto di nuova generazione che tenga conto di tutti i parametri».

L’ing. Giuseppe Sappa, docente di geologia applicata alla Sapienza di Roma, ha posto in evidenza come nella riforma non si sia tenuto conto di taluni aspetti e di come le statistiche, spesso, siano quelle dei due polli di Trilussa.

«In tempi moderni non si può non valutare – ha rilevato – di come il valore di un immobile vari a seconda se in un quartiere arrivi la metropolitana o, al contrario, se diventi a rischio idrogeologico o alluvionale».

Il dott. Jean-Claude Mochet ha posto in evidenza come, a ogni convegno, si punti il dito sull’equità fiscale ma come questa in Italia non esista. Se la Costituzione prevede che ognuno debba contribuire secondo le proprie capacità questo sicuramente non è recepito a livello dove la casa è tassata come se fosse ricchezza, mentre rappresenta un valore.

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L’architetto Giovanni Battista Varotto ha sottolineato come ai proprietari di casa giungano in questo momento tre messaggi: 1) il passaggio dal vano catastale al metro quadro; 2) aumento della rendita catastale dato per scontato; 3) nessuna possibilità per il proprietario di opporsi ai risultati ottenuti con funzioni statistiche perché considerate infallibili.

L’ing. Pietro Samperi, presidente della Consulta nazionale ambiente e territorio di FEDERPROPRIETA , ha posto in evidenza come il nuovo catasto dovrebbe servire a favorire una riforma urbanistica basata non più sull’espansione delle città ma sul rinnovo e il recupero dell’attuale. L’importante è che non si modifichi, complessivamente, l’attuale gettito e si tenga conto del valore del singolo bene.

È stata quindi la  volta del senatore Mauro Maria Marino, presidente della Commissione finanze e tesoro del Senato che ha voluto innanzitutto ringraziare il presidente di FEDERPROPRIETA, Anderson, e dell’UPPI, Bruyere, per il convegno che ha fornito un’importante occasione di confronto. «Siamo alla metà del guado – ha detto Marino – abbiamo fornito le necessarie indicazioni e ora ritengo che il Governo arrivi a emanare i decreti attuativi nel più breve tempo possibile per evitare un’informazione non precisa e puntuale. Abbiamo alcuni principi cardine: equità e imparzialità. Nella delega c’è scritto invarianza di gettito; se non si dà mano alla riforma, così com’è pensata, salta questo punto fondamentale».

Il Presidente della Commissione Finanza e Tesoro del Senato M. M. Marino

Il Presidente della Commissione Finanza e Tesoro del Senato M. M. Marino

Il Presidente della Commissione finanze della Camera, on. Daniele Capezzone, ha confermato che nella stesura della legge e della delega maggioranza e opposizione hanno lavorato bene e l’hanno fatto insieme, tanto che l’art. 2 pone numerosi punti a garanzia dei proprietari. «Da allora -ha continuato- sono iniziate numerose lungaggini che non si comprendono. Bisogna che l’impianto rimanga uguale. Se si fa presto e bene, così com’è stato scritto, allora avremo ottenuto un buon risultato altrimenti è meglio lasciar perdere. Oltretutto questo significherebbe andare nella direzione giusta anche dal punto di vista economico del nostro Paese. In caso contrario – ha concluso Capezzone – corriamo il rischio di diventare realmente il fanalino di coda della comunità europea».

La giornalista del Tg1, Cristina Guerra, prima di dare la parola ai rappresentanti degli ordini professionali presenti al convegno, ha compiuto una sintesi dei problemi emersi nel corso del dibattito ponendo in evidenza come siano stati tre i temi ai quali tutti hanno fatto riferimento: invarianza di gettito, equità, trasparenza. Solo seguendo questi canoni si potrà parlare di progetto condiviso da parte di tutte le componenti interessate. E le conferme sono venute proprio dagli interventi dei rappresentanti degli ordini, primo fra tutti il vicepresidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Gianni Massa, il quale ha posto in evidenza la necessità di dotarsi degli strumenti necessari a raggiungere velocemente i risultati. «Il problema – ha detto – è una differenza con un apparato informativo abbastanza datato rispetto agli strumenti che l’innovazione ci mette a disposizione per una conoscenza dinamica del nostro patrimonio immobiliare».

Il vicepresidente del Consiglio nazionale dei geometri, Antonio Benvenuti, ha ribadito come i suoi colleghi abbiano presentato le loro proposte, studiando e formulando ipotesi di calcolo. «Quello che occorre – ha detto – è il massimo della trasparenza senza la quale le cause e il contenzioso aumenteranno in maniera esponenziale».

L’ultimo intervento è stato quello di Enrico Mencherini,del Collegio Nazionale degli agrotecnici che ha ricordato come non si debbano sottovalutare le difficoltà perché il passaggio fra il vecchio e nuovo sistema non è così semplice. Occorre quindi dare luogo a una verifica periodica di quanto compiuto prima di arrivare all’imposta.

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