Nella bella cornice dell’aula “Aldo Moro” del Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Bari, il 22 maggio 2015, si è svolto il Convegno di studi «La riforma del Catasto nella legge delega di riforma del sistema fiscale» con la presenza di un folto pubblico di liberi professionisti, funzionari dell’Agenzia delle entrate, tecnici ed esperti del settore. A introdurre i lavori è stato Vincenzo Caputi Jambrenghi, avvocato e professore di diritto amministrativo nell’Università di Bari, che ha rimarcato l’importanza dell’art. 2 della legge 11.3.2014, n. 23, che ha delegato il Governo alla risistemazione generale della materia del catasto.
Sin da subito, ha rilevato il convincimento diffuso sul rischio che siffatta riforma potrà riflessamente portare a un aumento dell’imposizione fiscale sui fabbricati sia urbani sia rurali: segnatamente dell’IMU-TASI–TARI, da ultimo la IUC.
Il professor Caputi Jambrenghi ha poi dato la parola all’avvocato Michele Didonna, presidente provinciale di FEDERPROPRIETÀ e coordinatore della Regione Puglia, il quale, presentando gli autorevoli relatori intervenuti, ha sostanzialmente posto l’interrogativo sul se avesse senso parlare ancora di una funzione di mera inventariazione del catasto nell’epoca di “Google Earth”; le nuove tecnologie, infatti, imporrebbero che al catasto fosse assegnata non più la tralaticia funzione “statica” di fotografia del territorio costruito, bensì una nuova, “dinamica”, di regolazione del territorio antropizzato.
Sicché, per le medesime ragioni, lo stesso termine “catasto” potrebbe essere oggidì obsoleto, perché riferentesi a un sistema di rilevamento “lineare” e non già alla multidimensionalità propria delle immagini carpibili attraverso i satelliti.
Il convegno vero e proprio ha registrato l’intervento del presidente nazionale di FEDERPROPRIETÀ, on. Massimo Anderson, che ha posto immediatamente in evidenza come sia ormai insostenibile da parte del Governo insistere con la storiella che non sono aumentate le tasse sulla casa. «Dati alla mano gli introiti del Fisco sono più che triplicati dal 2011 a oggi, e il valore complessivo del patrimonio immobiliare italiano, proprio per questo, è diminuito di circa il 30%. Ben venga quindi la riforma del catasto – ha proseguito Anderson – ma questa volta il Governo mantenga gli impegni presi, primo fra tutti quello dell’invarianza di gettito per non causare ulteriori problemi a chi già è stato ripetutamente colpito da un fisco iniquo. Del resto siamo abituati alla politica degli annunci cui non fanno certamente seguito dei fatti concreti. Renzi aveva promesso una tassa unica sulla casa così come aveva assicurato bollettini precompilati per pagare la Tasi. I contribuenti, anche per il 2015, dovranno farne a meno e, forse, questo sarà proprio il guaio minore, visti tutti gli errori contenuti nel modello 730 precompilato. Quello che infatti potrebbe caratterizzare la tanto osannata riforma del catasto si teme possa essere proprio l’incredibile numero di vertenze e di ricorsi che avranno come causa la mancanza di chiarezza nello stabilire un giusto sistema valutativo. Bisogna tenere conto sì dei metri quadri ma anche dei servizi di cui fruisce un quartiere, dell’anzianità di costruzione dell’immobile, della necessità, per un padrone di casa, di spendere per ripristinare il necessario decoro. Proprio per questo, da anni – ha concluso Anderson – FEDERPROPRIETÀ si è fatta paladina degli interessi dei proprietari di casa, che sono la stragrande maggioranza degli italiani, cercando di far capire a chi governa come, così facendo, a trarne beneficio saranno proprio l’economia e lo Stato. Quando il patrimonio immobiliare aumenta ne trae vantaggio tutto il Paese».
È seguito l’intervento del prof. Mario Aulenta, docente di diritto tributario nell’Università degli Studi di Bari, il quale, con un’informatissima relazione, si è profuso specificamente sui rapporti interistituzionali nella riforma del catasto. In particolare ha rilevato come le relazioni tra i due diversi livelli di Governo, segnatamente i Comuni da una parte e lo Stato dall’altra, per mezzo dell’Agenzia delle entrate, non sono sovente di agevole praticabilità.
I Comuni, ha riferito il prof. Aulenta, sono allo “stremo” perché limitati nella loro attività dai numerosi vincoli per l’acquisizione di risorse umane e materiali oltre che per la concreta difficoltà di recuperare il gettito fiscale. Ha poi ricordato le numerose tasse sulla casa che negli ultimi anni sono state introdotte e avvicendate dall’ICI sino alla IUC, non mancando di rilevare come, a ogni nuova tassa, abbia fatto capolino un aumento dell’imposizione sul patrimonio (e non già solo sul reddito).
Ha, infine, evidenziato le proprie perplessità per cui l’invarianza del gettito, prevista peraltro nei criteri della delega di cui all’art. 2, legge n. 23/2014, si realizzerà solo sulla sede nazionale, ovvero opererà, anche, in ambito decentrato e locale.
Ha poi preso la parola la dottoressa Gabriella Alemanno, vicedirettore dell’Agenzia delle entrate di Roma, la quale si è occupata dello specifico tema delle conseguenze della riforma del catasto urbano sulla pressione fiscale sulla casa.
Dopo una ricognizione molto esaustiva di ognuno dei criteri cui dovrà attenersi il Governo nell’attuazione della riforma, ha ricordato come, a oggi, il solo decreto attuativo recepito è quello sulle Commissioni censuarie di cui al d.lgs. 23.12.2014, n. 198.
Ha, in sostanza, rilevato che, per come congegnata la ratio della delega, non importerà aumenti nella pressione fiscale sulla casa, in quanto l’obiettivo del legislatore è ristabilire il principio di equità e di eguaglianza tra i proprietari atteso l’attuale, ancora diffusissimo, fenomeno di fabbricati non ancora censiti, ovvero accatastati diversamente rispetto alla loro reale entità e destinazione urbanistica.
È seguito l’intervento del prof. Antonio Felice Uricchio, Rettore Magnif ico e docente di diritto tributario e scienza delle finanze nell’Università degli Studi di Bari, il quale ha molto sapientemente posto l’accento sulla finalità che odiernamente dovrebbe affidarsi al catasto. Il Rettore, voce autorevole in materia in ambito scientifico nazionale, ha rilevato come sia auspicabile inaugurare una “prospettiva moderna” al catasto che lo deputi, oltre al suo tradizionale profilo inventariale, alla tutela ambientale, della sicurezza e dell’area del risparmio energetico.
Al catasto può essere assegnata, aldilà dell’algoritmo che gli è proprio, una più ampia attitudine promozionale che lo designi, infine, alla valorizzazione della proprietà immobiliare.
Sicché, ha concluso il prof. Uricchio, il legislatore, nell’attuazione della delega di che trattasi, dovrebbe investirsi del compito preliminare di esattamente collocare il catasto nell’attuale sistema giuridico ordinamentale.
Vincenzo Caputi Jambrenghi ha, poi, preso la parola occupandosi del tema dell’imposizione sulla casa da costruire.
Ricordando in specifico la diversa indole e funzione del costo di costruzione e degli oneri economici di urbanizzazione come regolati dal testo unico dell’edilizia, D.P.R. n. 380/2001, ha rappresentato come siffatto assetto, a maggior ragione nella congiunturale crisi del sistema economico, possa agli effetti finali recare sperequazioni a pregiudizio delle imprese edilizie e, in generale, del cittadino che si accinge a costruire ex novo un fabbricato a uso abitativo o diverso.
Ha auspicato il prof. Caputi Jambrenghi che, prendendo atto dell’attuale scenario del mercato, sia concesso al cittadino che costruisce la possibilità di versare un solo acconto al momento dell’ottenimento del titolo abilitativo edilizio, dovendo corrispondere il saldo degli oneri costruttivi al collaudo o al rilascio del certificato di agibilità o abitabilità del manufatto.
Delle conclusioni dell’interessante Convegno di studi si è fatto carico lo stesso prof. Caputi Jambrenghi che ha, in sintesi, ripercorso con completezza, ognuno dei singoli interventi degli autorevoli relatori, aprendo poi il dibattito tra coloro che sono intervenuti e i relatori, animato in particolare dal dott. ingegner Nicola Fulvio Panetta, direttore regionale dell’Agenzia del territorio, il dott. Francesco Ficarella, direttore della Ripartizione tributi (Comune di Bari), il dott. Nicola Vitto, Responsabile dell’Ufficio ragioneria del Comune di Polignano a Mare e l’avvocato Domenico Damato, amministrativista del Foro di Bari.